Dopo una carriera coraggiosa, fatta di vittorie e sconfitte in giro per l’Europa, Christian Mazzon (9-4-0, 3KO) ha l’opportunità per affermarsi a livello nazionale: venerdì 24 marzo, presso l’Allianz Cloud di Milano, cercherà di strappare il Titolo Italiano dei pesi superwelter dalle mani del romano Francesco Russo (12-2-0, 10KO). Christian Mazzon è allievo di Giacobbe Fragomeni e della Fight Club Fragomeni, è residente a Foresto Sparso ed è nel pieno della preparazione.
Sei uno dei pugili più identitari del movimento italiano: combatti ovunque e con chiunque. Pensi di avere un’esperienza maggiore, in generale, rispetto ai tuoi colleghi italiani?
“Sì assolutamente sì, so io quello che ho fronteggiato nella mia carriera per arrivare dove sono. Io ho sempre visto il pugilato come uno sport dove testare me stesso, quindi ho scelto una carriera da underdog, ma veramente per una questione personale. Credo che alla lunga pagherà”.
Come ti senti ad avere una title shot per la cintura di campione italiano dei pesi superwelter?
“Sono felice, molto determinato. Sarà un titolo italiano che rispecchierà le aspettative, perché Russo è uno tosto. Sarà un incontro spettacolare. Per me è un punto di partenza, è quello che ho costruito in quattro anni di alti e bassi”.
Com’è la sinergia tra te e Giacobbe Fragomeni, in termini di rapporto umano, e professionale?
“Io veramente ascolto ogni cosa mi dica. Ho tanto da imparare. Quando lui parla c’è da stare con le orecchie ben dritte e ascoltare tutto. Lato umano è una persona fantastica, abbiamo feeling, mi fa stare tranquillo in ogni situazione e mi trasmette calma e serenità all’angolo, che per me che ho la testa un po’ calda è ottimo”.
Hai detto di aver visto il match di Russo contro Sarchioto. Che tipologia di incontro visualizzi nella tua testa? Pensi che lo scontro alla corta, sregolato, sarà inevitabile?
“Guarda, difficile da dire. Ora posso fare tutte le analisi del mondo, preparare in palestra… ma quando sei lassù cambia tutto. In base a come cambia il match mi adatterò, sarò un camaleonte. Vedremo, non mi espongo!”
Russo ha un’alta percentuale di KO, ma tu non sei mai andato al tappeto. Come ti fa sentire questa cosa?
“Beh è una premessa fantastica per gli spettatori, più che per me. Probabilmente Russo vorrà essere il primo a infliggermi il KO, credo veramente che faremo un match incredibile perché abbiamo tutti e due voglia di crescere”
Quale esperienza, tra quelle che hai vissuto combattendo spesso fuori dalle mura casalinghe, ti ha arricchito di più?
“Quella con Bakary Samake in Francia. Perché l’esperienza in Danimarca con Jacob Bank è stata eccessiva, quasi un mezzo suicidio in cui ho testato la forza mentale e fisica ma non la rifarei, non ha senso combattere contro qualcuno così più grosso, era lotta impari. Invece con Samake ho imparato tanto, ho tastato il livello che c’è negli altri paesi europei, lui era molto ben preparato, veloce, rapido. Ripeto: ho osservato diverse cose nel suo pugilato davvero di livello”.
Prima volta che combatti in una card di un certo livello. Cosa si prova ad essere co-main event in un palazzetto importante come l’Allianz Cloud?
“Con Bank era il sottoclou di un titolo mondiale, ma ora è diverso perché sono a casa mia. L’emozione c’è ma non la sento particolarmente, sono troppo concentrato sul combattimento in generale”.
Se vincerai, a chi dedicherai la vittoria del titolo italiano?
“Famiglia e team. Senza ombra di dubbio. Perché son le persone che mi hanno portato qui fino ad oggi, ho avuto tanti alti e bassi a livello mentale e loro mi hanno spinto a continuare sempre”.
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